
Il film è “Pixels”, una commedia action dai toni leggeri ma
non stupidi (né demenziali, pecca di tante altre pellicole simili) con un bravo
Adam Sandler nel ruolo del protagonista e coadiuvato da un cast che funziona
bene (che pare in parte trapiantato direttamente da “Game of thrones”, in
quanto conta la presenza di Sean Bean e Peter Dinklage, che gli spettatori del
serial conoscono rispettivamente come Eddard Stark e Tyrion Lannister), con un
cameo d’eccezione di Dan Aykroyd, altro attore-feticcio di quegli anni.
La trama è semplice ma efficace: forze aliene attaccano la Terra
sotto forma di arcade classici (come “Pac-man”, “Donkey Kong” e “Centipede”) e
di fronte alla sprovvedutezza dell’esercito che non sa come combatterli “entrerà
in gioco” chi da ragazzo dominava le sale giochi (ve le ricordate?), reclamando
così una “rivincita dei nerds” (tanto per restare in tema anni ’80), ma senza
opinare uno scontro generazionale, piuttosto creandone un punto d’incontro.
Senza troppe pretese e per questo sarà una sorpresa e un
bella visione, il film ha un solo grosso difetto: è l’esatta copia –
assolutamente identica in tutto e per tutto – di una puntata del cartone “Futurama”
(per la precisione il secondo mini episodio della n. 18 della terza stagione,
intitolata “Anthology of Interest 2”), e non dico altro per non rovinare troppe
sorprese. Ma a parte questo dettaglio (che comunque non è da poco), la
pellicola conserva un suo fascino e la cosa più bella del film è quell’intima
sensazione che solo chi ha giocato a quei giochi in una sala e consumando
miriadi di monetine da duecento lire può provare. Certo, i ragazzi di oggi li
potranno anche conoscere e averci giocato, ma il piacere di tanto tempo (e
soldi) speso letteralmente gomito a gomito con qualcuno (che poteva essere un
amico o uno sconosciuto), sognando interi mondi immaginari avendo a
disposizione pochi colori e solo due dimensioni (il concetto dei famosi “8 bit”)
non si può emulare, né ricreare in nessun modo. Io l’ho provata, e se anche voi
siete della mia generazione la sentirete anche voi, e alla fine del film
penserete: viva i giochi che avevano un’anima, perché gliela dovevi dare tu.