Samuel Taylor Coleridge - THE RIME OF ANCIENT MARINER

mercoledì 9 ottobre 2013

MusicAttiva 2013





Mi piacerebbe poter inserire, prima di queste righe, l’intero articolo che ho scritto esattamente un anno fa su questa rivista e riguardante MusicAttiva e i ragazzi del Laboratorio Creattivo. Che tuttavia si può recuperare sul sito www.portalecittadino.it.
Perché dico questo? Semplicemente perché in quell’articolo sottolineavo l’ottimo – a mio avviso – lavoro svolto dal Laboratorio nel corso del tempo, mantenendo alti i loro standard in tutte le edizioni di MusicAttiva (sempre ricordando che il loro lavoro e gli eventi organizzati non si limitano esclusivamente a questo evento), nonché il valore che hanno le loro manifestazioni il cui scopo è non solo quello di intrattenere ma di porgere un’offerta culturale sicuramente notevole e tra le migliori che si hanno nel nostro paese.
L’edizione di quest’anno, giunta al settimo appuntamento, ha dato spazio al progetto “Ballads Duo”, composto da Francesco Di Bella dei 24 Grana e Alfonso Bruno, i quali lo scorso 9 luglio hanno aperto il concerto di Manu Chao a Napoli, mentre invece in questa occasione loro erano la portata principale di un evento che è stato a sua volta aperto (ma anche chiuso, a gran richiesta dal pubblico) da “il cerchio del pozzo”, cover band di De André che il CittadinoNews ha intervistato qualche mese fa e che si è generosamente concessa fino all’ultimo, quasi come se non si volesse permettere la fine di quella serata così coinvolgente. Del “Ballads Duo” ne parla lo stesso Francesco nell’intervista che ci ha concesso: rimandiamo quindi alle sue stesse parole la possibilità di approfondire l’argomento. Il progetto è stato tuttavia, agli occhi e le orecchie di chi scrive, un lavoro molto interessante di comunicazione musicale: appartiene a quel settore cantautoriale più intimo e discreto, quello costituito da una voce e una chitarra. Quello che in una maniera quasi psicologica conduce più facilmente all’introspezione, all’indagine di sé. E io credo che più di uno spettatore quella sera abbia per un momento trattenuto il fiato, dimenticando perfino la persona che sedeva accanto a lui, e si sia abbandonato a sé stesso in un dialogo senza parole. Ancora una volta, la musica ha compiuto il suo miracolo e se ne siamo stati partecipi lo dobbiamo al Laboratorio Creattivo, da sempre particolarmente attento nella scelta di eventi con tale qualità. Perfino un blackout – accaduto durante il concerto dei due musicisti e che ha oscurato buona parte del paese – sembrava fatto apposta per sottolineare l’atmosfera profonda e nascosta della serata. Sembrava, ma non è così: speriamo solo che intoppi del genere non capitino più.
Ma la serata non è stata solo un più che gradevole appuntamento musicale: in una giusta sinergia di intenti, a supportare e ampliare la manifestazione ci ha pensato una collettiva artistica dal titolo “Ai poster l’ardua sentenza”, ideata da Annalisa Mandarino e alla quale hanno partecipato grafici e artisti non solo della provincia, ma anche di Napoli e perfino di Milano. Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di creare un’esibizione temporanea il cui termine sarà dettato dal tempo stesso, vale a dire quando l’usura o qualche altro motivo cancelleranno questo lavoro, esattamente come succede a poster e manifesti veri e propri, che nell’ambito di uno scenario urbano completano il paesaggio con il loro continuo divenire altro da sé e da ciò per cui erano stati inizialmente creati. Accanto a questa interessante iniziativa c’è stata inoltre quella organizzata da Amalia Arminio di allestire un mercatino dell’usato, un’abitudine che sta prendendo sempre più piede nella grandi città (un po’ per il fascino del vintage, un po’ perché è un modo come un altro per combattere la crisi).
Iniziative e persone si spalleggiano l’un l’altra, dunque, come del resto è giusto che sia soprattutto in uno scenario relativamente piccolo come Montecorvino: è davvero importante per questo paese puntare sulla comunione di intenti, perché lasciare che tante intelligenze locali restino isolate tra di loro non fa altro che indebolire ulteriormente le risorse qualitative già limitate che abbiamo.