Samuel Taylor Coleridge - THE RIME OF ANCIENT MARINER

venerdì 27 giugno 2014

Recensioni letterarie - "Aspettando Godot" di Samuel Beckett




"Arriverà, senza alcuna ombra di dubbio".
La risposta che diedi all'esame di storia del teatro, in merito all'arrivo o meno di Godot. E' assolutamente sicuro. Solo, precisai, arriverà domani. E il domani teatrale, ogni qual volta viene detta la battuta, si sposta di un giorno. Ed ecco il punto. Capire buona parte del dipanarsi di questa pseudo-vicenda scenica, sta nell'inserirsi nel meccanismo del tempo teatrale, che è un tempo del tutto al di fuori del concetto di linearità reale. E' un tempo relativo a se stesso, ed è il motivo per cui a teatro, nel vedere persone con abiti cinquecenteschi, non diamo nessun segno di stupore, perchè abbiamo assorbito (anzi, siamo stati assorbiti) il ruolo mistificatorio che lo spettacolo ha. Ecco, dunque, che la sospensione continua delle azioni e delle parole di Vladimiro ed Estragone appare del tutto sensata e, paradossalmente, niente di quello che succede in scena accade senza una ragione. Non stanno aspettando invano, perché Godot arriverà. Perfino l'albero sembra stare lì come incombente monito di qualcosa. E stiamo lì a sospettare che alla fine tutto quel vuoto, quella (apparente) insensatezza, non vuole essere metafora di qualcosa, ma di qualcuno: e quel qualcuno sono gli spettatori/lettori. Salvo poi capire che magari in verità Godot (o Dio, o il Bene, la Pace, la Felicità) sia già arrivato, ma non possiamo rendercene conto perchè a non esserci siamo noi.

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