
Ecco. E’ appena successo ciò che sempre mi aspetto da eventi del genere. E cioè che una risposta intelligente a una domanda intelligente possa essere in qualche modo di ispirazione anche solo a uno dei tanti giovani che vivono il festival con sincero entusiasmo. Perché il festival è così: da un lato è una macchina commerciale che non fa altro che il suo lavoro coinvolgendo vip, imprese e sponsor (nonché un buon pizzico di politica) e che puntualmente – nel giusto o ingiusto – è costante oggetto delle critiche più disparate. Dall’altro lato ci sono i ragazzi, per i quali è stato creato tutto ciò. Ragazzi che non sono più quelli di venti anni fa, ma sono la generazione che è complicata figlia dei nostri tempi, forti e deboli nello stesso tempo, ingenui e smaliziati. E io penso che quando il festival (attraverso i suoi film, i suoi ospiti o gli eventi) riesce in qualche modo a toccare la sensibilità di uno di loro ha – a dispetto di qualsiasi polemica fondata o sterile che sia – raggiunto il suo scopo.
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