Samuel Taylor Coleridge - THE RIME OF ANCIENT MARINER

sabato 6 ottobre 2012

Io odio



Liberamente ispirato da “Hanno tutti ragione” di P. Sorrentino




“Affanculo questa civiltà, questa lealtà…”   
V. Capossela, Dov’è che siam rimasti a terra Nutless


Odio i buoni. E odio i cattivi. Odio il buonismo, l’approssimazione sociale, la noiosa tolleranza pastosa e stucchevole verso qualsiasi forma di vita e non. Odio la malignità, la cattiveria bassa e meschina, la calunnia viscida e l’invidia strisciante.

Odio i giovani perché non possiedono il valore dell’esperienza e odio i vecchi perché non hanno la genuina sconsideratezza dell’adolescenza. Odio l’esistenza griffata dei liceali e la marchiatura a fuoco ideologica degli universitari. Odio i professori, i bidelli, i segretari, i presidi e i rettori.

Non sopporto chi, parlando o scrivendo, cerca di darsi un tono utilizzando perifrasi o parole meno usate nel linguaggio comune. Così come non sopporto chi non riesce a usare il termine giusto all’interno di un discorso. Odio chi usa “problematiche” invece di “problemi”, quelli che usano la “k” invece del “ch” (e li odio ancora di più quando, credendo sia una giustificazione, dicono che lo fanno “per comodità” o “rapidità”), quelli che non azzeccano un congiuntivo neanche pagandoli oro, quelli che usano troppo facilmente il passato remoto, i feticisti dei diminutivi/vezzeggiativi quali “momentino”, “attimino”, “messaggino”, “giretto”.

Odio chi dice “va bene anche Twilight, purché si legga”, odio le persone che leggono così tanto da non trovare mai il tempo di ubriacarsi, odio chi crede che quella di Allevi sia musica classica, odio i cantanti che scrivono libri, odio chi legge recensioni per cercare di capire se l’opera possa piacergli, odio i cinepattoni, odio chi ascolta la musica indie solo per distinguersi dagli altri, odio chi ha bisogno di andare in India per ritrovare se stesso e in generale odio chi semplicemente avverte il bisogno di ritrovare se stesso. Odio chi sogna di andare in paesi lontani, odio Gauguin che con chissà quale coraggio si è lasciato la Parigi di fine Ottocento alle spalle per poi sbarcare a Tahiti e lo odio perché il poster di “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?” è appeso in tutte le stanze degli studenti di lettere e filosofia assieme a quello di Bakunin. Odio l’ennui di Baudelaire, quelli che leggono troppa poesia e quelli che ne leggono poca. Quelli che guardano un’opera d’arte chiedendone fino all’osso cosa rappresenti.
Non sopporto l’idea di dover morire, ma solo perché significa che non potrò rivedere ancora una volta i film di Chaplin, né la cappella Sistina, così come non potrò più leggere Pasolini, né tantomeno sedermi da qualche parte nel mondo e guardare le persone passare. E non potrò più innamorarmi quel centinaio di volte al giorno.
Mi fa rabbia il silenzio, l’accettazione muta e colpevole, la falsa contemplazione. E sia maledetto il rumore e chi lo procura.
Odio le associazioni, i gruppi, le lotterie, le riunioni, i politici di destra, i politici di sinistra, le persone incapaci di stare in fila, i tormentati, i tristi, i nervosi, l’ipocrisia, l’incivile invadenza delle campane cristiane, la furbizia, gli impiegati allo sportello, gli hippies e gli yuppies, l’abbronzatura, facebook, le luci fluorescenti, Vasco Rossi, i sorrisi forzati, quelli che dicono “no, io parlo in faccia” credendo di riuscire a farlo davvero, gli artisti “impegnati”, le riviste per teenagers, i cantanti neomelodici, i Gormiti, quelli che amano il calcio e quelli che lo odiano, Ibiza, chi non sopporta la pioggia e chi non sopporta il caldo, i reality show, i talent show, i talk show, le discoteche, le persone che parlano al cinema, in teatro o nelle biblioteche, la Chiesa materialista e terrena, il fanatismo, l’innocenza, i prodotti cinesi scadenti, i centri sociali, i nostalgici del ’68, il servilismo, i mercanti d’arte, le celebrità che danno il buon esempio, gli onomastici, gli ombrellini nei cocktails, le fiction italiane, le infradito, i nerd, i cani che abbaiano di notte, le risate pro forma anche se la battuta è stupida, le questue, guardare a tutti i costi un film in anteprima, i prezzi alti dei libri,
Odio gli italiani, gli spagnoli, i francesi, gli inglesi, i tedeschi, russi, americani, arabi, indiani, cinesi, giapponesi e qualsiasi altra popolazione nel mondo. Tranne gli irlandesi.
E, soprattutto, odio chi è incapace di odiare.
 

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