Liberamente ispirato da “Hanno tutti ragione” di P.
Sorrentino
“Affanculo questa civiltà, questa lealtà…”
V. Capossela, Dov’è che siam rimasti a terra Nutless
Odio i buoni.
E odio i cattivi. Odio il buonismo, l’approssimazione sociale, la noiosa
tolleranza pastosa e stucchevole verso qualsiasi forma di vita e non. Odio la
malignità, la cattiveria bassa e meschina, la calunnia viscida e l’invidia
strisciante.
Odio i giovani
perché non possiedono il valore dell’esperienza e odio i vecchi perché non
hanno la genuina sconsideratezza dell’adolescenza. Odio l’esistenza griffata
dei liceali e la marchiatura a fuoco ideologica degli universitari. Odio i
professori, i bidelli, i segretari, i presidi e i rettori.
Non sopporto
chi, parlando o scrivendo, cerca di darsi un tono utilizzando perifrasi o
parole meno usate nel linguaggio comune. Così come non sopporto chi non riesce
a usare il termine giusto all’interno di un discorso. Odio chi usa
“problematiche” invece di “problemi”, quelli che usano la “k” invece del “ch”
(e li odio ancora di più quando, credendo sia una giustificazione, dicono che
lo fanno “per comodità” o “rapidità”), quelli che non azzeccano un congiuntivo
neanche pagandoli oro, quelli che usano troppo facilmente il passato remoto, i
feticisti dei diminutivi/vezzeggiativi quali “momentino”, “attimino”,
“messaggino”, “giretto”.
Odio chi dice
“va bene anche Twilight, purché si
legga”, odio le persone che leggono così tanto da non trovare mai il tempo di
ubriacarsi, odio chi crede che quella di Allevi sia musica classica, odio i
cantanti che scrivono libri, odio chi legge recensioni per cercare di capire se
l’opera possa piacergli, odio i cinepattoni, odio chi ascolta la musica indie solo per distinguersi dagli altri,
odio chi ha bisogno di andare in India per ritrovare se stesso e in generale
odio chi semplicemente avverte il bisogno di ritrovare se stesso. Odio chi
sogna di andare in paesi lontani, odio Gauguin che con chissà quale coraggio si
è lasciato la Parigi di fine Ottocento alle spalle per poi sbarcare a Tahiti e
lo odio perché il poster di “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?” è
appeso in tutte le stanze degli studenti di lettere e filosofia assieme a
quello di Bakunin. Odio l’ennui di
Baudelaire, quelli che leggono troppa poesia e quelli che ne leggono poca. Quelli
che guardano un’opera d’arte chiedendone fino all’osso cosa rappresenti.
Non sopporto
l’idea di dover morire, ma solo perché significa che non potrò rivedere ancora
una volta i film di Chaplin, né la cappella Sistina, così come non potrò più leggere
Pasolini, né tantomeno sedermi da qualche parte nel mondo e guardare le persone
passare. E non potrò più innamorarmi quel centinaio di volte al giorno.
Mi fa rabbia
il silenzio, l’accettazione muta e colpevole, la falsa contemplazione. E sia
maledetto il rumore e chi lo procura.
Odio le associazioni,
i gruppi, le lotterie, le riunioni, i politici di destra, i politici di
sinistra, le persone incapaci di stare in fila, i tormentati, i tristi, i
nervosi, l’ipocrisia, l’incivile invadenza delle campane cristiane, la
furbizia, gli impiegati allo sportello, gli hippies e gli yuppies, l’abbronzatura,
facebook, le luci fluorescenti, Vasco Rossi, i sorrisi forzati, quelli che
dicono “no, io parlo in faccia” credendo di riuscire a farlo davvero, gli
artisti “impegnati”, le riviste per teenagers, i cantanti neomelodici, i
Gormiti, quelli che amano il calcio e quelli che lo odiano, Ibiza, chi non
sopporta la pioggia e chi non sopporta il caldo, i reality show, i talent show,
i talk show, le discoteche, le persone che parlano al cinema, in teatro o nelle
biblioteche, la Chiesa materialista e terrena, il fanatismo, l’innocenza, i
prodotti cinesi scadenti, i centri sociali, i nostalgici del ’68, il
servilismo, i mercanti d’arte, le celebrità che danno il buon esempio, gli
onomastici, gli ombrellini nei cocktails, le fiction italiane, le infradito, i
nerd, i cani che abbaiano di notte, le risate pro forma anche se la battuta è
stupida, le questue, guardare a tutti i costi un film in anteprima, i prezzi
alti dei libri,
Odio gli italiani, gli spagnoli,
i francesi, gli inglesi, i tedeschi, russi, americani, arabi, indiani, cinesi,
giapponesi e qualsiasi altra popolazione nel mondo. Tranne gli irlandesi.
E, soprattutto, odio chi è incapace di odiare.
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