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Il Real Albergo dei Poveri di Napoli prova a bissare il
successo della mostra “Body Worlds” tenutasi quest’anno (per chi volesse
approfondire, può recuperare il numero 2 del “CittadinoNews”) e, percorrendo la
stessa scia, continua a proporre eventi a risonanza mondiale dai toni più
“curiosi” che museali in senso stretto (anche se è una condizione
particolarmente calcata in questo caso che si presenta molto in odore di mirabilia e wunderkammer ). L’esibizione in questione è “Days of the dinosaur”,
ospitata precedentemente a Roma e a Torino dove ha raggiunto alti livelli di
incassi e ora appunto a Napoli dal 31 ottobre fino al 27 gennaio (per ulteriori
informazioni, visitate www.daysofthedinosaur.it).
La mostra consiste nell’esposizione di una serie (12 scenari
in tutto) di animatroni, vale a dire riproduzioni in scala reale dei dinosauri
vissuti nei periodi del Triassico, Giurassico e Cretaceo; tali esemplari, oltre
a essere una ricostruzione abbastanza fedele, sono anche animati, per cui lo
spettatore immerso nel percorso museale avrà modo di vedere questi giganteschi
antenati dei rettili agitare la coda, spalancare le fauci, muovere le zampe ed
emettere versi. Gli esemplari di questo jurassic
park robotico sono corredati ciascuno con il proprio cartello informativo –
esclusivamente in italiano – che ne spiega caratteristiche e particolarità.
“Day of the dinosaur”, tuttavia, inizia a finisce su questo
dettaglio. Si è provveduto ad ampliarlo aggiungendoci un tutto sommato
interessante mediometraggio in 3D che illustra in maniera efficace la nascita
della vita sulla Terra cercando di sensibilizzare, tra un minaccioso morso di
un T-Rex e l’altro, i più piccoli (il video è fondamentalmente rivolto a loro)
verso un più vivo rispetto per la natura e i suoi equilibri. Ma oltre questo,
per gli adulti smette di essere una cosa dedicata anche a loro, perché poi il
(poco) rimanente spazio è riservato ai bambini; ci si può infatti scattare una foto
con un dinosauro particolarmente accattivante, o addirittura farci un giro sopra.
Il tutto dietro pagamento, si intende.
L’allestimento, dunque, è in effetti dedicato ai bambini e
nonostante una prima parte possa interessare anche i genitori, il resto rischia
di annoiarli e – ahimè – quasi far rimpiangere i dieci euro spesi non tanto per
i figli quanto proprio per se stessi. Il che mi ha lasciato con un certo amaro
in bocca, perché ancora avevo in mente l’entusiasmo dell’ospitare e proporre una
mostra come quella dei corpi umani del dr. Gunther Von Hagens, che per quanto
audace possa essere, è senza dubbio un altro e alto livello qualitativo
rispetto a questa. Inoltre ho potuto apprezzare particolarmente la novità di
ospitare un evento del genere a Napoli e in una struttura a mio avviso
destinata alla rivalutazione quale il Real Albergo dei Poveri è. Ma sembra
tanto che in quest’occasione si sia voluto optare più per il parco giochi con
le attrattive a pagamento piuttosto che per il lato artistico e culturale.
Unico dettaglio che ho trovato emblematico fino al midollo,
una grande vasca piena di sabbia dove i bambini possono giocare a trovare i
fossili nascosti lì dentro: questo, per lo meno, è tanto divertente quanto
gratis. Come al solito, l’archeologia non paga.
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