Samuel Taylor Coleridge - THE RIME OF ANCIENT MARINER

martedì 3 marzo 2015

Cimitero delle Fontanelle

Un luogo unico, per storia e caratteristiche. Il tema antico della morte e del "memento mori" affrontato nei modi di una Napoli che fu: una città inventiva, sagace, umana, boccaccesca. Capace di dialogare con un tema del genere in modo ironico ma allo stesso tempo carico di rispetto. In questo luogo ancora oggi alcune persone (sempre meno, per la verità) "adottano" una "capuzzella" - cioè un teschio - e la curano come se fosse una persona di famiglia. Una persona non morta ma viva, per cui vengono offerte loro sigarette, biglietti della metropolitana, spiccioli (retaggio dell'antico "obolon" che si dava a Caronte per pagarlo del tragitto verso l'aldilà). E d'improvviso il grigiore delle pareti e delle ossa esplode di colori come un carnevale: statuine, rosari, icone, fiori, penne, soprammobili. E' questo il Sud del Sud dei santi, quello che balla la pizzica con la Grecia e i suoi miti, e che ha commerciato con i Saraceni prima ancora che nascesse il concetto di Oriente. Un luogo che fa pensare, che racchiude in uno sguardo tutta la lirica dei "sepolcri" di Foscolo e la poetica del teschio di Yorick nel quinto atto dell' "Amleto". Il tutto visto e vissuto con l'umanità carnale di una città che fu nobile e pezzente allo stesso tempo, antica e saggia come stracciona e scapestrata. Città adolescente anche con mille anni addosso, intessuta di culti più che di religione. Vibrante di sospiri, moti di rabbia, silenzi e sciabordio di risacca. E che oggi è un po' come questo cimitero: tutta suggestione. 
 


































 

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