Samuel Taylor Coleridge - THE RIME OF ANCIENT MARINER

sabato 25 luglio 2015

ISTANTANEE - momenti del Giffoni Film Festival in un battito di ciglia - DARREN CRISS



“Ciao a tutti!”, in un italiano ovviamente influenzato dalla pronuncia inglese (americana). Darren Criss per sei mesi ha vissuto ad Arezzo e mastica sufficientemente la lingua, dettaglio che lo avvicina molto sia ai numerosi fan che lo aspettano impazienti sia a noi giornalisti.
Se non avete visto “Glee” – il serial musicale che ha sbancato in America e oltreoceano nel quale recitava – è difficile che lo conosciate, perché è solo recentemente che anche qui in Italia stiano arrivando i film e i corti nei quali ha recitato. Il Festival ha sempre riservato uno spazio alla serie (tanto da essere stato ribattezzato “Gleeffoni”), non a caso nelle precedenti due edizioni ci sono state altre due star prese dallo show, quali Naya Rivera nel 2013 (clicca qui per vedere le foto) e Lea Michele l’anno scorso.
Criss contemporaneamente a quella di attore manda avanti una carriera di musicista e cantante, per cui si è dedicato molto al teatro e ai musical teatrali, che difficilmente vedremo qui da noi. Tuttavia ora sta girando un film ambientato in Trentino (“è una fortuna poter girare in Italia, perché si tratta di un film romantico e l’Italia è il posto adatto. Se non posso garantire sia buono, sicuramente posso dire che sarà bello!”) e questo lo avvicinerà ancora di più al pubblico del nostro Paese. Darren Criss appartiene a una nuova tipologia di attori, che oggi è più corretto definire performer perché mescolano recitazione e talento musicale, seguendo i dettami del nuovo modo di fare spettacolo anche se questo non significa forzare le cose, del resto lui stesso ci dice: “musica e recitazione hanno all’incirca le stesse meccaniche, entrambi usano il timbro vocale ma anche gli arti e il corpo”. E a proposito della lingua italiana dimostra sincero apprezzamento, considerandola molto musicale (quattrocento anni di opera lirica lo confermano, a quanto pare) e sognando addirittura un ruolo da Arlecchino, affascinato anche da quanto visto in un musical americano che ha come soggetto la Commedia dell’Arte (mi chiedo quanti in Italia sappiano cosa sia quest’ultima).
Lui è uno di quegli attori il cui nome sarà inevitabilmente legato al personaggio che gli ha consegnato il successo, ovvero Blaine Anderson, e a chi gli chiede se la cosa gli pesi risponde “sono stato fortunato a interpretare Blaine, ma credo che la chiave della mia carriera sia la versatilità, quindi ho fiducia nel fatto che riuscirò a non avvertire il peso di un solo personaggio nella mia carriera attorica. Devo tutto a Blaine e sono felice di averlo interpretato, non mi spaventa essere legato a lui, quello che mi spaventerebbe è constatare che è l’unica cosa che riesco a fare”. Risposta intelligente per il tipo di performer che è: reduce da un grande successo ma pronto a evolversi e conscio di avere ancora tutta una carriera da costruirsi avanti.

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