Samuel Taylor Coleridge - THE RIME OF ANCIENT MARINER

martedì 25 agosto 2015

E non posso fare a meno di pensarci ogni volta

"Hic est pampineis viridis modo Vesuvius umbris
presserat hic madidos nobilis uva lacus:
haec iuga, quam Nysae colles, plus Bacchus amavit,
hoc nuper Satyri monte dedere choros.
Haec Veneris sedes, Lacedaemone gratior illi,
hic locus Herculeo numine clarus erat.
Cuncta iacent flammis et tristi mersa favilla:
nec superi vellent hoc licuisse sibi"

Marziale, IV, 44




"Questo è il Vesuvio poc’anzi ancora verde d’ombre di pampini,
qui dall’uva genuina si erano spremuti umidi laghi di vino:
questi i gioghi che Bacco ebbe prediletti più dei colli di Nisa,
su questo monte poco tempo fa i satiri intrecciarono danze.
Questa fu la sede di Venere, a lei più gradita di Sparta,
questi luoghi erano rinomati per il culto di Ercole.
Tutto giace sommerso dalle fiamme e da luttuose faville:
gli dei nemmeno avrebbero voluto permettere questo"

(l'ultimo verso è una traduzione un po' libera, ma letteralmente ci perderebbe alquanto)

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