Samuel Taylor Coleridge - THE RIME OF ANCIENT MARINER

martedì 26 marzo 2013

Da via del campo a piazza Montecitorio

Sarei un ipocrita se dicessi che la frase di Battiato "in Parlamento troie che farebbero tutto" mi ha seppur minimamente, infinitesimamente, indignato. Ipocrita e contradditorio, soprattutto, perché sostengo da tempo la stessa cosa e con un furore decisamente più scurrile che di sicuro non mi fa onore a livello diplomatico ma mi fa sentire estremamente in pace con la mia morale e il mio bisogno di denunciare con chiarezza i problemi dell'italietta che - volente o nolente - mi ricadono sulle spalle appesantendo la mia condizione di cittadino italiano, senza quel fastidioso e inutile "politically correct" che, essendo italiani, non sappiamo bene cosa significa e lo abbiamo tradotto come un noioso modo di tollerare anche le infamie più evidenti, perché si sa che qui in Italia fin quando non ti fai trovare trovare a braghe calate mentre hai un amplesso con un cadavere urlando "sono un matto e voglio vedere morire migliaia di persone" difficilmente riesci a sfiorare la galera. Il tutto, chiaramente, se sei un politico, perché d'altro canto sappiamo benissimo che qui da noi se rubi un pollo vai in prigione. E - badate bene - non sto scherzando, non è un modo di dire: andate a leggere il codice penale se non mi credete.
Sissignore, nel parlamento italiano ci sono diverse troie e con "troie" non intendo persone prostituite mentalmente (che in ogni caso sono comunque tantissime, forse la maggior parte dei parlamentari), ma mi riferisco precisamente a persone di sesso prevalentemente femminile (il mio io più malizioso e volgare ama pensare che siano in buon numero anche maschi) che attraverso prestazioni sessuali esplicite verso persone potenti ottengono in cambio favori, pacchetti di voti, appalti, etc.
Preciso fin da ora che io non ho nulla in contrario alla prostituzione e soprattutto, avendo recepito la lezione di De André, non mi sento eticamente in grado di giudicare chi ha deciso di mercificare il proprio corpo per ricavarne denaro. Ma non posso - e non potrò mai farlo - accettarlo quando questo mercimonio avviene tra i banchi dell'istituzione più importante dello Stato italiano. Mi dispiace, signore, ma lì non vi è permesso sventolare all'aria le vostre tette rifatte, il vostro magnifico stare inginocchiate sotto una scrivania, le vostre cene ad Arcore (ah, si, ho dimenticato di dirvi che io non sono uno di quelli che crede alla balla delle "cene eleganti", perché voglio vantarmi ancora per un po' di avere un cervello). Lì parliamo del mio futuro, assieme a quello di svariati milioni di italiani, e se permettete il mio futuro non lo svendo in cambio di clandestino sesso orale.
Detto ciò, signore e signori di Bruxelles (e signore e signori tutti in generale), il maestro Battiato dice il vero e da italiano confermo: nel parlamento ci sono diverse troie (avendo sempre il massimo rispetto per le vere meretrici che giocano la loro vita sulle strade) che sono riuscite a entrare lì grazie al fatto di aver saputo far eiaculare una serie di genitali maschili appartenenti a persone potenti (quanto sono ridicoli gli essere umani, mi verrebbe da aggiungere). Se poi riusciste - in un modo o nell'altro - ad aiutarci a cambiare la situazione, la parte pulita e onesta del Paese sentitamente vi ringazia.

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